Claudio Jacomucci

Saturday 07 May 2022 17:00
Sala Mozart, via Guerrazzi 13

Il Sabato all'Accademia

Interpreti

Claudio Jacomucci fisarmonica

Programma

Johann Sebastian Bach
Contrapunctus n. 1, 12, 13, 14 da L'Arte della Fuga, BWV 1080
Canone 1, 5, Ricercar a 6 voci da Offerta Musicale in Re minore, BWV 1079*
Canoni 9, 10, 11, 12, 13, 14 sul basso delle Variazioni Goldberg BWV 1087*

Conlon Nancarrow
Study for Player Piano n. 17*

Anton Webern
Canoni n. 1 e n. 4 op. 16

György Ligeti
Ricercare. Omaggio a Girolamo Frescobaldi
Coulée*

Claudio Jacomucci
Co-incidences*

* Brano che utilizza la riproduzione di tracce preregistrate di fisarmonica.
Tutte le trascrizioni sono di Claudio Jacomucci.

Biglietti

Biglietti: Intero € 20 / Ridotto € 16 / Giovani under 35 € 8
Concerto compreso nell'abbonamento Il Sabato all'Accademia.

L'elenco delle riduzioni è elencato alla pagina Prezzi e riduzioni.

La biglietteria è presso Bologna Welcome, in Piazza Maggiore 1/E, ed è aperta dal lunedì al sabato dalle 9:00 alle 18:00. Per maggiori informazioni: Tel. 051 6583105. Biglietteria anche online sul sito www.vivaticket.it e nei punti vendita del circuito Vivaticket.

Claudio Jacomucci

Claudio Jacomucci si è diplomato in fisarmonica classica con lode al Conservatoire Nationale de Grenoble nel 1992. Nel 2000 si è diplomato come insegnante di Tecnica Alexander all’Alexander Technique Centre di Amsterdam. Nel 1998-99 ha studiato la musica classica dell’India del Sud (Carnatica) al Conservatorio di Amsterdam.

Ha vinto diversi concorsi internazionali come il Grand Prix International d Accordeón di St. Etienne (Francia 1988), Trofeo Mundial C.M.A. a Cuenca (Spagna 1990), Premio Cittá di Castelfidardo (Italia 1990) ed Arrasate Hiria (Paesi Baschi 1994).

Ha presentato prime esecuzioni di brani, spesso a lui dedicati, di Luciano Berio, Franco Donatoni, Gyorgy Kurtag, Luis De Pablo, Boris Porena, Nicola Sani, Mario Pagliarani, Lucio Garau, Gabriele Manca, Dimitri Nicolau, Fernando Mencherini, Giorgio Tedde, Carlo Crivelli, Akemi Naito, Francoise Barriere, Maxim Seloujanov, Oliver Schneller, Paolo Marzocchi, Riccardo Vaglini, Daniel Glaus, Rico Gubler e di proprie composizioni.

Ha suonato in Europa, USA, Turchia, Cina, Messico, Russia in numerosi festival e istituzioni come la Cornell University (USA), Filarmonica di Berlino, Sala Olivier Messiaen (Parigi), Het Concertgebouw (Amsterdam), Teatro alla Scala (Milano), Teatro Carlo Felice (Genova), Fondazione Gaudeamus (Amsterdam), Festival Synthése (Bourges), Nuova Consonanza (Roma), Sala Chavez - Unam (Città del Messico), Accademia Sibelius (Helsinki), Istituto Italiano di Cultura di Berlino, Amsterdam, Lyon, Ankara, Vienna, Varsavia, Copenhagen, Helsinki.

È fondatore ed insegnante dell'Accademia Fisarmonicistica Italiana (Amsterdam/Urbino).

Ha tenuto masterclass presso: Royal Academy of Music of London, Conservatorio Superiore di Parigi, Conservatorio di Barcelona, Accademia Sibelius di Helsinki, Royal Academy di Copenaghen, Accademia Yoliztli di Città del Messico, Conservatorio di Tianjin e di Xian (Cina), Università Chopin di Varsavia, Conservatorio di Amsterdam, Hochschule Wurzburg, Conservatorio di Anversa, Accademia Superiore di Strasburgo, Conservatorio “S. Cecilia” Roma. Ha insegnato fisarmonica al Conservatorio “L. D’Annunzio” di Pescara dal 2011 al 2014.

Ha suonato, tra gli altri, con Terry Riley, Stefano Scodanibbio, Quartetto Prometeo, Francesco Dillon, Michel Godard, AlterEgo Ensemble, Daniele Roccato, David Moss, Joel Rubin, Kálmán Balogh, Pierre Favre, Dario Calderone, Gareth Davis, Ned McGowan, Kathleen Delaney (coreografa) e come solista con l'Orchestra del Teatro alla Scala (Milano), Mahler Chamber Orchestra, Orchestra Haydn (Bolzano), Filarmonica Marchigiana, Ostrobothnian Chamber Orchestra (Finlandia), Ensemble L'Instant Donné (Francia), Sinfonietta del Teatro Lirico Cagliari, Orchestra della Radio Nazionale Rumena, sotto la direzione di musicisti come David Robertson, Daniel Harding, Vittorio Parisi, Yoichi Sugiyama, Ola Rudner.

Ha inciso per Schott Wergo, W & B Music, Bridge Records, Stradivarius, Da Capo Records, Da Vinci Publishing, Ema Records e registrato per Radio3 RAI, ORF, DeutschlandRadio, Canal Clásico RNE2, Radio Vaticana, SFB, RSI, Radio Unam-Mexico, RadioFrance.

È stato membro di commissione giudicatrice ai concorsi internazionali per fisarmonica di Castelfidardo, Klingenthal, Arrasate, Mosca, Pola, Vilnius, Novi Sad, Valtidone.

Il suo libro "TECNICA I" sulla tecnica della fisarmonica è pubblicato da Bèrben in italiano, inglese e croato. Ha pubblicato recentemente, insieme a Kathleen Delaney, il libro “Mastering Accordion Technique: a new approach to accordion playing based on the Alexander Technique” (2013).

Ha curato quattro pubblicazioni della collana Modern Accordion Perspectives, coordinando un expert panel dei principali insegnanti e concertisti di fisarmonica classica.

Attualmente vive ad Amsterdam ed è docente di fisarmonica al Conservatorio G.B. Pergolesi di Fermo.

di Claudio Jacomucci

L'idea del canone è che un unico tema venga contrapposto a se stesso. In pratica le varie voci che partecipano al canone eseguono ognuna una copia” del tema. Ma ciò può avvenire in diversi modi. Il più semplice di tutti i canoni è quello diretto, come Fra Martino”. Qui la prima voce entra con il tema e, dopo un determinato intervallo di tempo, entra la seconda voce con una copia” del tema, sempre nella stessa tonalità. Quando è trascorso lo stesso intervallo di tempo per la seconda voce, entra la terza ancora con il tema, e così via. La maggior parte dei temi non armonizzeranno con se stessi in questo modo. Perché un tema possa fungere da base per un canone, ognuna delle sue note deve poter assumere due (o tre o quattro) ruoli: anzitutto deve essere parte di una melodia, e inoltre deve essere parte di una armonizzazione della stessa melodia. Se per esempio si tratta di un canone a tre voci, ogni nota del tema deve armonizzare in due diverse direzioni, oltre a doversi inserire nella melodia. Quindi, in un canone, ogni nota possiede più di un significato musicale: l'orecchio e la mente dell'ascoltatore individuano automaticamente il significato appropriato riferendosi al contesto.

Esistono naturalmente forme più complicate di canone. Il primo accrescimento di complessità si raggiunge quando le singole copie” del tema vengono spostate non solo nel tempo, ma anche nell’altezza; così, la prima voce potrebbe eseguire il tema iniziando in do e la seconda voce, sovrapponendosi alla prima, potrebbe eseguire lo stesso tema iniziando in sol, quattro note più in alto; una terza voce potrebbe sovrapporsi alle prime due iniziando in re, altre quattro note più su, e così via. Il livello successivo di complessità si raggiunge quando le velocità delle singole voci non sono uguali; così, la seconda voce potrebbe raddoppiare o dimezzare la velocità rispetto alla prima. Nel primo caso si parla di diminuzione, nel secondo di aumentazione (poiché il tema sembra restringersi o espandersi).

Non abbiamo ancora finito! L'ulteriore passo avanti per costruire canoni sempre più complessi consiste nell'invertire il tema, rovesciandolo specularmente rispetto all'altezza, cioè nel costruire una melodia che scende ogni volta che il tema originale sale, adoperando sempre lo stesso numero di semitoni. Si tratta di una trasformazione melodica piuttosto sconcertante, che diventa abbastanza familiare con l'abitudine. Per avere un'idea dell'inversione, si provi a suonare il semplice ma piacevole canone inverso di Scott Kim "Good King Wenceslas". Bach ama particolarmente le inversioni, e i canoni inversi compaiono spesso nella sua opera; l'Offerta musicale non è un'eccezione. Si può infine costruire una copia” ancora più stravagante: quella che procede a ritroso, in cui cioè il tema viene suonato all'indietro. Un canone che usa questa tecnica viene detto cancrizzante, perché “fa come i gamberi”, o meglio come i granchi, che camminano all'indietro (dal latino cancer: granchio, gambero). Inutile dire che Bach ha incluso un canone cancrizzante nell'Offerta musicale.

Dovrei anche spiegare brevemente che cos'è una fuga. Una fuga è simile a un canone, in quanto di solito si basa su un tema che viene eseguito da varie voci e in varie tonalità, a volte a velocità diverse, o all'inverso o a ritroso. Tuttavia, la fuga è molto meno rigida del canone, e quindi permette maggiore espressività emotiva e artistica. L'elemento da cui si riconosce una fuga è il modo in cui comincia: con una sola voce che espone il tema. Ciò fatto, entra una seconda voce: o quattro note più in alto o tre note più in basso. Nel frattempo, la prima voce continua cantando il "controsoggetto": un tema secondario che viene scelto in modo da fornire un contrasto ritmico, armonico e melodico al soggetto. Le voci entrano, una alla volta, con il tema, spesso accompagnate dal controsoggetto in qualche altra voce, mentre le altre voci eseguono quanto di fantasioso è venuto in mente al compositore. Quando tutte le voci sono entrate, non vi sono più regole. Esistono certamente norme circa l'ulteriore svolgimento, ma non sono così tassative da fornire una formula per costruire fughe. Le due dell’Offerta Musicale costituiscono esempi straordinari di fughe che non sarebbe mai stato possibile comporre semplicemente "applicando una formula". C'è in esse qualcosa di ben più profondo della semplice fugalità.

Nel suo insieme, l'Offerta Musicale rappresenta uno dei vertici più alti raggiunti da Bach nel contrappunto. Essa stessa è una grande fuga dell'intelletto, nella quale molte idee e forme sono state intrecciate per formare un unico tessuto, e nella quale abbondano giocosi doppi senso e allusioni sottili. È una meravigliosa creazione dell'intelletto umano che ammireremo sempre.

di Claudio Jacomucci

La mia composizione Co-incidences” (per fisarmonica dal vivo e 4 fisarmoniche preregistrate) è qui utilizzata come una sorta di segnalibro tra le geniali composizioni di questo concerto, in cui canoni, fughe, ricercare, forme palindrome, specchianti e altre enigmatiche invenzioni contrappuntistiche si riflettono sulle opere dei compositori del XX secolo. Ogni singola fisarmonica suona dei pattern su una traccia metronomica indipendente. Ogni traccia viaggia” ad una velocità leggermente diversa rispetto alle altre. Questa combinazione crea un affascinante fenomeno di sfasamento ritmico che genera configurazioni ritmiche fluttuanti. All’interno di questi eventi apparentemente caotici, si nascondono alcuni indizi di materiale decomposto e mascherato da fitte trame timbriche, che sveleranno - alla fine di ogni ciclo poli-metrico - alcuni motivi riconoscibili di opere di J. S. Bach, come in un rebus.

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